martedì 30 aprile 2013

Il sospetto - Jagten (2012)

La storia di un insegnante danese ingiustamente incolpato di molestie da una bimbetta e quindi vittima
prima del sospetto e poi delle violenze del villaggio di automi ubriachi in cui vive.
Per un italiano sarà ancor più difficile confrontarsi con personalità e atteggiamenti di una società così distante: in generale più o meno tutti buoni o cattivi risultano strani.

Straordinaria l'interpretazione di Mads Mikkelsen e straordinario il personaggio di Lucas in grado di affrontare stoicamente la situazione.  Forse per fiducia nella verità forse nell'impossibilità di abbandonare la sua comunità resta lì dov'è a subire.

Vi verrà da ribellarvi di fronte a tutte quelle ingiustizie e invocare lo spirito del dio vendicatore Steven Seagall affinché scenda a spaccare qualche culone biondo.

Emotivamente parlando è un pugno in faccia che, sanse Amour, si sarebbe potuto portare a casa la Palma d'oro a mani basse.

lunedì 29 aprile 2013

Le streghe di Salem - The Lords of Salem (2012)

I primi due film di Rob Zombie mi erano piaciuti. Artigianale e pazzo il primo, più professionale e cazzone il
secondo.
Molto divertenti entrambi.

Questo mi ha fatto vomitare.

La trama:

Nella solita Salem delle streghe congiurano per dar finalmente un erede a Satana e che non rompesse più il cazzo.
Per farlo spediscono un disco con registrati dei rutti ad una DJ che lo manda in onda un po' di volte finché non  partorisce un fritto misto alla piemontese coi tentacoli.

Fatto con pochi soldi e poche idee, il film non spaventa ma disturba  per la propria pochezza. Un po' di consunta blasfemia che intenerisce.
Mi viene quasi  da pensare sia un' operazione disonesta da parte di un regista che specula sul proprio brand.

Il problema è che non è neanche abbastanza brutto da essere definito "so bad it's good", si ferma a metà strada anche come opera trash. Kubrick e Polanski are not amused.
Una delusione.

PS

quanto all'osannato culo della Moon ne faccio a meno e se devo rifarmi gli occhi mi guardo dieci minuti di Kate Upton che oscilla in slow motion.

Kiki - Consegne a domicilio

Arriva finalmente nei cinema italiani ques'opera di Miyazaki già distribuita per l'home video una decina di anni
fa.
L'opera attuale è il risultato di un adattamento diretto dalla versione giapponese in quanto quella del 2002 su cui aveva posato le sue mani sudate la Disney aveva ricevuto una traduzione contenente qualche prevedibile bigotteria.

Kiki è una giovane strega che per diventare finalmente adulta deve trasferirsi in un'altra città e trascorrervi un anno di praticantato. A cavallo della sua scopa trova una cittadina di suo gradimento ed inizia a fare consegne a domicilio in una panetteria. Troverà qualche amico e soprattutto troverà se stessa ed un posto nel  mondo.

Forse è un opera minore di Miyazaki però contiene tutti gli ingredienti che ce lo fanno amare ciecamente ogni volta: quella sensazione di magica poesia, una medeleine della nostra infanzia.

domenica 28 aprile 2013

Broadchurch (2013)

Da qualche tempo le serie americane hanno perso un po' dello smalto dell'età dell'oro durata almeno dieci
anni, siamo già in pieno manierismo e le sorprese sono sempre meno.

Le cose più interessanti in questa stagione sono arrivate da Francia (Les Revenants) e Inghilterra ( In the flesh, Black Mirror) . Ed inglese è questo Broadchurch:  siamo nel Dorset, in una cittadina affacciata sulla costa l'ispettore Alec Hardy ( David  Tennant) indaga sull'omicidio di un ragazzino.

Il paese è piccolo , tutti conoscono tutti e tutti in qualche modo potrebbero essere coinvolti.
Molte tematiche sono riprese da The killing, serie noir Americana remake di una produzione danese  (appunto!).

Il genere è il classico Whodunit , ovvero il giallo deduttivo, nelle otto puntante i produttori vi sfidano a capire per primi chi è stato l'assassino, io non ci sono riuscito!

Se gli date una possibilità vi assicuro che alzarsi dal divano sarà difficile, nel mio caso, complice la pioggia incessante, me la sono guardata tutta in una maratona finita a tarda notte.


martedì 23 aprile 2013

Cena tra amici - Le prénoms (2012)

In un salotto parigino si consumano gli scazzi tra cinque amici molto ben assortiti: l'intellettuale di sinistra,
l'arricchito di destra, la moglie frustrata, la donna incazzosa, l'artista presunto gay.
Uno scherzo del gollista sul fatto di chiamare il figlio nascituro Adolph è la scintilla che farà detonare le tensioni accumulate tra gli amici  in tanti anni di ipocrita convivenza borghese.

Detto così potrebbe sembrare di una noia mortale però la bravura di attori e soprattutto sceneggiatori lo rendono brillante e piacevole.
Il parallelo perfetto con la società italiana inoltre gli dà un potere di immedesimazione impossibile con una produzione statunitense.
Il pensiero evidentemente va a  Carnage che risultava però più nervoso e disperato.

Campione di incassi in patria merita una visione soprattutto se avete passato i trent'anni o avete almeno qualche capello grigio.

Oblivion (2013)

Un film di fantascienza pura come non ne vedevo da tempo.
La terra distrutta da una guerra vinta contro gli alieni è presidiata dal meccanico Jack (Tom Cruise).
Ogni mattina si sveglia sulla sua piattaforma tra le nuvole, dà un colpo alla collega e poi va ad aggiustare i droni intenti a mazzuolare gli ultimi alieni rimasti. Giusto il tempo di ciucciarsi le risorse residue e poi tutti su Titano.
Le cose però non sono come sembrano ( dire di più è SPOILER!)

I panorami ( islandesi) sono fantastici e si integrano perfettamente con la Computer Grafica: macchinari giganteschi sospesi sul mare, aerei a reazione che sembrano venire da Dune, astronavi lontane intraviste sopra l'orizzonte.

Dopo Tron Kosinski si conferma nel suo stile metallico e affilato. Oltre al sempre bravo e antipatico Tom Cruise c'è la splendinda Olga Kurylenko e un Nikolaj Coster-Lannister-Waldau in un ruolo un po' da comprimario.

Non è noioso, come qualcuno ha trovato, ma la sceneggiatura si prende il suo tempo e fa bene.
Se dovessi proprio trovare qualcosa che non va direi che i punti di massima tensione arrivano troppo prima della fine ma sono dettagli.
Inoltre all'inizio fa uno spiegone introduttivo molto evitabile: il piacere di capire man mano cos'era successo avrebbe aggiunto interesse, esigenze mainstream penso.

Da godersi al cinema.

lunedì 22 aprile 2013

Nella casa - Dans la maison (2012)

Germain, un professore di letteratura in un liceo parigino, quindi gauchista e disilluso, scopre tra i suoi
studenti un giovane con uno spiccato talento nella scrittura. Questi nei suoi temi racconta di come si sta introducendo nell'intimità della famiglia di un compagno di classe. Germain, sempre più preso, gli insegna le malizie del mestiere e nel contempo non si limita a dare suggerimenti tecnici ma tenta di plasmare gli sviluppi della storia a livello narrativo.
La situazione però sfugge a tutti di mano ed il professore e la moglie da lettori si scopriranno malauguratamente personaggi.

Ozon gira un film acuto e divertente. Il risultato più lodevole è stato riuscire a mantenere un fermo equilibrio tra il piano reale e quello del racconto che nell'ultima parte si intersecano senza fare troppi casini. Se fosse stato un po' meno cerebrale mi sarebbe piaciuto ancora di più.

mercoledì 17 aprile 2013

Tutti i battiti del mio cuore - De battre mon cœur s'est arrêté (2005)

Nella mia ignoranza ho scoperto che due dei film che mi hanno più colpito degli ultimi anni erano dello stesso
regista:
Jacques Audiard si è rivelato essere un gran figo della macchina da presa con lo stile crudo e incazzoso di uno che non usa giri di parole per dirti la verità.

Sono quindi andato a recuperarmi questo film del lontano 2005: Tutti i battiti del mio cuore titolo indegno che rimanda a Moccia o la Tamaro derivante dal tutt' altrosonante De battre mon cœur s'est arrêté.

Ma veniamo al film: Tomas è un guappo parigino vestito come il bassista dei Franz Ferdinand. Per guadagnarsi da vivere fa lo sfrattatore di Sans Papier abusivi mestiere che nella scala dell'infamia sta lo scafista ed il vigile ausiliario.
L'attitudine al crimine l'ha ereditata dal padre, il classico francese coi capillari della faccia spaccati dal bordeaux , sempre pronto a trascinare il figlio nei propri guai.
Le cose cambiano quando un incontro casuale fa riemergere un'antica passione di Tomas, il pianoforte, rappresentante l'eredità materna ostacolata dal padre.

Violenza contro Bellezza, il Male contro il Bene.

Tenere un profilo ambiguo sarà impossibile, alla fine dovrà decidere da che parte stare.
Un bel film ma meno ambizioso e meno riuscito degli ultimi due.

Il protagonista è Romain Duris indimenticabile studente fuori sede nell' Appartamento Spagnolo (film paraculo del secolo).
Ad un certo punto compare una ottima ragazzetta che mi pareva aver già visto da qualche parte è Melanie Laurient ovvero Shosanna.


martedì 16 aprile 2013

Wrong (2012)

Difficile trovare una chiave di lettura per un film così: giudicarlo a livello razionale sarebbe ingeneroso perché
significherebbe stroncarlo.

E' la storia impossibile di Dolph a cui viene rapito il cane. Per cercare di ritrovarlo incontrerà personaggi e situazioni surreali tipici della dimensione onirica ( il protagonista continua a presentarsi al lavoro dopo essere stati licenziato, morti che di colpo si ripresentano come nulla fosse).

Riesce ad essere il film più pretenzioso che abbia mai visto e nel contempo non prendersi troppo sul serio
Potrebbe sembravi un'enorme cazzata oppure, come nel mio caso, regalarvi un'ora e mezza di strano intrattenimento.

giovedì 11 aprile 2013

In Bruges (2008)

Raccomandatomi dagli amici PoisonDantès In Bruges è un mezzo capolavoro che mi era sfuggito.

La storia di Ray e Ken due killer irlandesi decontestualizzati nella bella cittadina medioevale belga ci viene raccontata con la precisione e la sicurezza di un autore in stato di grazia. La commedia nera sempre sul punto di farsi dramma è lo specchio di un protagonista pronto ad affondare nella propria angoscia.

Ray ha sbagliato e dovrà pagare, la cosa è chiara fin dall'inizio. Sarà la città stessa a farglielo capire ben prima che dall' Inghilterra debba partire l'angelo della morte per punirlo.

Ed è Bruges è la vera protagonista. Dopo mille film che iniziano con panoramica aerea dei grattacieli vedere dei luoghi non essere semplici sfondi ma elementi inseriti in un meccanismo perfetto mi ha colpito molto.
Dialoghi serrati e un bravo Colin Farrel, quanto a Ralph Finnies sappiamo che il pazzoide lo sa fare bene.

Martin McDonagh esordisce con un film imprescindibile che resta un gradino o due sopra 7 psicopatici.

mercoledì 10 aprile 2013

Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato (2012)

Fatti i soldi con Il Signore degli Anelli si son detti: "facciamone altri, facili".

Noi invece facciamo un rapido conto. Al netto dei vari Director's cut, la prima trilogia durava circa 9 ore. I tre libri contano 1400 pagine. Fanno 2.6 pagine ogni minuto di film.

La trilogia dell'Hobbit durerà altrettanto basandosi sulle 250 pagine del prequel: sono mezza pagina a minuto di film!

Ok, questa è arte, e l'arte non la si misura, ma non sarà che, a parità di medium, la minestra è stato troppo allungata?
Come un amico mi ha giustamente fatto notare ci mettono un'ora ad uscire dalla baracca all'inizio, ma cos'è?  Tolkien o Proust che si rigira nel letto?

L'Hobbit mi ha annoiato e fatto arrabbiare. E' un'occasione sprecata e un tradimento che da uno come Peter Jackson non posso tollerare.

martedì 9 aprile 2013

7 psicopatici - Seven Psicopaths (2012)


Una commedia nera che ruota attorno alla figura di uno sceneggiatore in crisi.
Marty beve troppo, cazzeggia tutto il giorno e non riesce a trovare delle idee decenti per il film su 7 psicopatici che si è messo in testa di scrivere.
Per sua fortuna ha un amico come Billy pronto a dargli una mano...

Per quanto non sprizzi di originalità nel complesso risulta molto divertente: i dialoghi serrati e le impennate di violenza sono quelle che ci si aspetta da un film evidentemente ispirato a Guy Ritchie e Tarantino.

Forse per troppa ambizione però, nel tentativo di ribaltare il piano tra realtà e finzione, ad un certo punto perde di ritmo. Venti minuti in meno lo avrebbero condotto al bel finale con più ossigeno.

Un cast fantastico in cui Cristopher Walken giganteggia su un bravo Sam Rockwell ed un discreto Colin Farrell.

lunedì 8 aprile 2013

Hitchcock (2012)

Non ci sono molti motivi per criticare questo film, purtroppo non ce ne sono molti neanche per lodarlo.

Come già era successo per Una settimana con Marilyn anche in questo caso  invece di realizzare una biografia che parte dal concepimento per finire alla sepoltura si sceglie di fotografare soltanto un periodo ben definito della vita del protagonista sposando il condivisibile concetto per cui ciò che siamo un giorno siamo tutta la vita.

Del grande autore inglese ci è mostrato il periodo relativo all'ideazione e alla realizzazione di Psycho ovvero
le difficoltà prima di trovare un'idea nuova e poi di farsela produrre e distribuire.

C'è pure una piccola componente onirica in cui il serial killer compare al regista mentre assopito cerca di digerire la peperonata però mi è sembrata più che altro un riempitivo inutile messo lì con poca convinzione.

Cosa dire allora?
You can translate "hitch-cock" with the
infamous italian expression " DAI CAZZO!"

Per un amante di Hitchcock, come sono, questo  film è risultato ovviamente interessante poiché mostra molti retroscena che mi sarei dovuto andare a cercare su una qualche pagina di  wikipedia dove però non avrei trovato le labbra lucide di Scarlett Johansson.

Per chi invece Hitchcock non sa neanche chi sia ( e ce n'è!) rimane solo una specie di dramma amoroso sulla gelosia di un anziano regista sovrappeso.




Hellen Mirren è fantastica come sempre mentre Anthony Hopkins truccato con una pappagorgia evidentemente posticcia l'ho trovato insopportabile.

Jessica Biel è la moglie di Justin mentre Scarlett non la giudico perché quando entra in scena non capisco più niente.
"ma quindi l'assassino era poi la madre?"

venerdì 5 aprile 2013

Ralph Spaccatutto - Wreck-it Ralph (2012)

C'è una teoria secondo la quale le emozioni positive derivate dall'osservazione di un automa dalle fattezze umane
aumentino proporzionalmente al realismo della riproduzione per poi crollare quando la somiglianza supera una certa soglia. 
Questa zona detta del perturbante è stata osservata da studiosi di robotica giapponesi negli anni 70 (sì raga,  Mobile Suit Gundam) eppure le basi le aveva già poste Freud: queste sensazioni sono correlate al fatto che sotto sotto siamo tutti dei  serial killer terroristi transessuali.
Ma non voglio divagare.

L' introduzione era per dire che nonostante The Adventures of André and Wally B. ovvero il primo cortometraggio in CGI sia del 1984 ed al momento la tecnologia lo permetta ( vedi Avatar) sono in pochi a scegliere di realizzare film d'animazione completamente fotorealistici. La butto lì, che c'entri qualcosa Freud?
C'entra sempre Freud!

In questo caso siamo ben lungi dal fotorealismo: la scelta, felicissima, è stata di ambientare il tutto nel mondo dei videogiochi.

Passeremo quindi dai cabinati degli anni 80 agli ultimi tamarrissimi delle console attuali.
Questo ha permesso di avere una grande varietà stilistica, adattando di volta in volta le immagini al contesto.


Hey ma questo non è
Leisure Suit Larry
Un accenno alla trama. Ralph è un personaggio stufo di fare il cattivo, vorrebbe essere accettato dalla comunità e per farlo si mette nei guai. 
Come vedete non c'è niente di nuovo, la memoria va dritta a Shrek con cui addirittura è condivisa la tipologia di universo ( qui un "contenitore" dei vari videogame, lì delle favole).

Eppure, nonostante l'inevitabile componente bimbominkieska di un prodotto Disney ( nel personaggio Vanellope e il suo mondo zuccheroso) sono rimasto sorpreso per quanto curato fosse l'impianto narrativo. 
Proprio come dovrebbe essere sempre in un racconto nulla di ciò che vi è mostrato è inutile. Anche personaggi accennati che parrebbero messi lì solo come riempitivo prima della fine si rivelano tasselli fondamentali per la quadra finale. Addirittura si troverà un posto di lavoro per quei personaggi dei primi videogiochi finiti a fare i barboni!

Se non avesse indugiato in certi momenti inutili sarebbe stato perfetto eppure, Oscar o meno, mi è piaciuto di più di Brave .

giovedì 4 aprile 2013

Quella casa nel bosco - The Cabin in the Woods (2012)

Era dai tempi de l'Armata delle Tenebre che non mi gasavo così per un horror
e fate conto che al tempo avevo 15 anni.

Cinque personaggi-stereotipo (la Puttana, lo Sportivo, il Secchione, lo Scemo e la quasi Vergine) vanno a rinchiudersi in una baracca  per trovar la bella morte.

All'inizio pensavo fosse una sorta di operazione parodistico-citazionista alla Scream e non mi aspettavo tutti i fuochi di artificio che sarebbero arrivati.

Questo film prende i cliché del genere, se ne riempie la bocca e li mastica, poi ci beve sopra birra, spumante, coca-cola e aspirina e vi sputa tutto in faccia.
C'è dentro di tutto e non è soltanto una  questione di rimandi ad altri film ( La Casa, My Little Eye, Scooby Doo). Il grande merito di Drew Goddard (Cloverfield, Lost, Alias) e Josh Whedon (The Avengers, Buffy, Serenity)  è la sorprendente spregiudicatezza con cui hanno dato briglia sciolta alla fantasia riuscendo al contempo a presentare un prodotto con una sua struttura ben delineata.
Gimme some sugar baby

Il finale, strepitoso e incazzato, è degno di God of War feat. H.P. Lovecraft.

In un un panorama così ripetitivo e appiattito fatto di opere presuntuose di tre ore un film come questo è qualcosa che mi riconcilia col cinema.

Finalmente la felicità (2011)

Si parte con la De Filippi. C'e posta per Benedetto, un musicista sfigato della Toscana profonda.
Dall'altra parte del muro semovente c'è la sorellastra brasiliana Luna, non l'aveva mai conosciuto e gli ha voluto fare una sorpresa. 
Benedetto se ne innamorerà e a forza di gag e buoni sentimenti vincerà pure la concorrenza di un manzo dell'Isola dei Famosi.

In due righe ho citato la De Filippi ed un reality adesso scrivo "merda" ed eccovi servita una tripletta.

Dirlo nel 2013 può far un certo effetto eppure c'è stato un momento, tanti tanti anni fa, in cui il cinema di Pieraccioni ha avuto un senso.

A metà degli anni Novanta la commedia italiana, fedele come il virus dell'influenza al suo mutevole ripetersi stagionale, veniva sconvolta dal successo inatteso di un giovane regista toscano.

Ne I Laureati e soprattutto nei successivi Il ciclone e Fuochi d'artificio Pieraccioni portò nelle sale strapiene i suoi paesaggi di provincia edulcorati e didascalici eppure luminosi, allegri, ottimisti.
Senza avere l'intelligenza e il talento di Benigni sembrava quasi avere una sua poetica.

Vederlo dopo vent'anni  portare in scena lo stesso personaggio, nello stesso paesino collinare, con l'ennesima modella maldoppiata e senza nemmeno la cattiveria di quel bestemmiatore impenitente di Ceccherini purtroppo lascia solo una sensazione di amara malinconia.

mercoledì 3 aprile 2013

The first time (2012)

Questo film racconta la prima volta di Dave e Aubrey due fighetti al liceo.
Aubrey è una fighetta che si sente speciale infatti fa i collage ed è sarcastica. Sta con uno più vecchio che fuma bestemmia e picchia i bambini e non la caga ciononostante non gliel'ha ancora data.

Dave invece è un fighetto ancora immacolato frequenta infatti due weirdos e si è impantanato nella friend zone con una mora che la dà a tutti tranne lui.

Vanno ad una festa ma restano entrambi fuori giusto per vedere se si notava di più se c'erano o se non c'erano e nel mentre chiacchierano e vantandosi della propria inadeguatezza decidono di incrociare i loro giovani corpi in segno di reciproca stima.

Poi, all'improvviso, l' Amore!

I punti di partenza e  quello finale sono molto prevedibili eppure certe scelte di plot particolari e dei personaggi secondari azzeccati lo rendono frizzante e piacevole.

Aubrey è interpretata da Britt Robertson che magari avete visto come protagonista della serie TV Secret Circle, sorta di clone di Vampire Diaries senza vampiri e se possibile con più chiacchiere. Cancellato dopo una stagione. Qui ha messo su un paio di chili e ne ha guadagnato in personalità sembra perfino meno cagna.

martedì 2 aprile 2013

Lincoln (2012)

Lincoln è un filmaccio noioso,tronfio,retorico.

La storia di Lincoln ovvero del presidente che si è battuto per l'abolizione a titolo definitivo della schiavitù capitava in uno delle fasi cruciali della storia americana, in piena guerra di Secessione.

Ci sarebbero state tutte le possibilità per fluidificare il racconto e renderlo un po' meno verbosamente soporifero. Incentrarlo meno sui salotti di Washington e dar più spazio a qualche personaggio minore non avrebbe intralciato gli intenti espliciti dell'Autore: 1) realizzare il santino di uno dei Padri fondatori 2) Vincere l'Oscar.

Di fatto invece ci troviamo di fronte alla messa in scena delle difficoltà politiche nell' elemosinare il numero di voti necessari a far passare l'emendamento.
Eccitante come la diretta streaming di un incontro tra Berlusconi e De Gregorio (senza olgettine).

Daniel Day-Lewis bravissimo come sempre mette il pilota automatico della recitazione, ogni tanto guarda in camera, fa tre con le dita e ci fa l'occhiolino.

Spielberg farebbe bene a tornare a produrre Serie TV che gli vengono meglio, anzi no.

Il mio consiglio è che vi leggiate la pagina di wikipedia ,che di cose ne imparate anche di più, e con le due ore che vi avanzano fate quello che volete. Ecco vi ho regalato due ore di vita.